Il contact tracing, o meglio tracciamento dei contatti, è una strategia applicata dalla sanità pubblica per la prevenzione ed il contenimento della diffusione di malattie infettive, identificando i contagiati e le eventuali persone che ne siano venute a contatto.
Il tracciamento avviene attraverso la tecnologia Bluetooth Low Energy senza raccogliere dati sull’identità o la posizione dell’utente, pertanto l’app va ad identificare solo se il contatto è avvenuto, ma senza notificare né dove, né con chi, per una piena osservanza delle leggi sulla privacy.
In un momento particolare come quello che stiamo vivendo, questa tecnologia, già prevista per altri tipi di epidemie, non solo in Italia ma anche all’estero, potrebbe davvero aiutarci.
Certamente il tracciamento via app esclude a priori una parte della popolazione (bambini, anziani, oltre a chi non ha dimestichezza con la tecnologia, oppure è ritroso o scettico all’idea stessa di essere tracciato), ma sarà comunque utile a ingegneri e sviluppatori per analizzare una gran mole di dati e trasmetterli agli enti preposti, al fine di studiare più approfonditamente i percorsi di diffusione del virus, oltre che sensibilizzare i cittadini sull’importanza di un tracciamento preventivo del contagio
La strategia del contact tracing
Il contact tracing attraverso app mobile è strumentale a capire come agisce il Covid-19, con quale ritmo si diffonde e in quali zone.
Le persone infette possono, a loro insaputa, trasmettere il virus per diversi giorni prima che sviluppino sintomi, inoltre è necessario del tempo alla sanità pubblica per riconoscere un caso prima di confermarlo con i test.
Gli operatori sanitari hanno quindi pochi strumenti per tracciare i contatti tempestivamente: sarebbe necessario intervistare la persona infetta, rintracciare tutti i contatti recenti che ricorda di aver avuto e infine isolare queste persone prima che possano trasmettere il virus a loro volta.
L’Italia ha scelto Immuni come app ufficiale di contact tracing contro il Covid-19, scaricata già da oltre 2 milioni di persone.
Da quando il 16 aprile, il Governo ha comunicato ufficialmente che avrebbe scelto Immuni, sviluppata dalla società milanese Bending Spoons, si sono susseguite domande sul suo funzionamento e sulla sua attendibilità, non senza preoccupazioni per quanto riguarda la privacy e il trattamento dei dati degli utenti.
Come funziona Immuni
Disponibile già per Android e iOS, Immuni è in grado di dirci, in tempo reale, tramite notifica, se siamo venuti a contatto con una persona contagiata.
Precondizione fondamentale perché questo sistema funzioni è che il download sia effettuato dal maggior numero possibile di cittadini. Fattore non di poco conto, visto che in Italia il governo ha optato per un uso volontario e non imposto del tracciamento. Ciò significa che non solo che non esiste garanzia che tutti scarichino l’app, ma che lasciamo nelle mani del buon senso civico del singolo, l’aggiornamento dei dati e l’uso attivo del sistema.
Il funzionamento di Immuni è semplice. Quando le strutture sanitarie e le Asl riscontrano un nuovo caso positivo, dietro consenso del paziente, potranno, inserire un codice nel sistema. A questo punto l’app invierà una notifica agli utenti con i quali il contagiato è stato a stretto contatto.
In questo modo, chi è entrato in contatto con soggetti risultati positivi al tampone, avrà il vantaggio di essere avvisato con una notifica rivolgendosi quindi nel più breve tempo possibile al medico di medicina generale e quindi ricevere indicazioni necessarie sui passi da compiere.
Contact tracing nel mondo
Oltre all’Italia sono numerosi i Paesi che hanno sviluppato app similari.
Realizzata sul modello della app TraceTogether che Singapore ha lanciato a marzo, in Australia COVIDSafe, già nelle prime ore dal lancio dell’applicazione, ha registrato 2 milioni di download.
A lanciare un’altra app promettente e simile a Immuni è la Francia, con la sua StopCovid, che invia una notifica quando gli smartphone di due persone si sono incrociate a meno di un metro, per oltre 15 minuti.
La Norvegia ha introdotto la sua app Smittestopp già da aprile. Oltre alla tecnologia Bluetooth, questa raccoglie anche i dati sulla posizione grazie al GPS, fattore che ha allontanato molte persone dal suo utilizzo, ritrose di fronte al tracciamento libero della propria posizione.
Approccio simile a quello della Norvegia lo sta adottando l’India con la sua Aarogya Setu. La strategia indiana per favorire un uso massiccio dell’app, stabilisce che debba essere utilizzata da tutti i dipendenti governativi e lavoratori autonomi, bypassando quindi il download volontario.
Molti paesi hanno deciso di adottare l’approccio italiano della app Immuni. Tra questi Svizzera, Austria Lettonia, Estonia, Finlandia, Irlanda e Canada.
Contact tracing e privacy. Restano molti dubbi da chiarire.
Il contact tracing è «fondamentale per la Fase 2». Lo sottolinea il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ribadendo che se non ci rendiamo disponibili all’utilizzo di Immuni, «le misure di contenimento non potranno essere alleggerite e noi dovremmo continuare a sopportare i sacrifici che abbiamo sopportato in queste settimane, privandoci di quote importanti della nostra libertà».
Arcuri da parte sua ha però garantito due aspetti prioritari: sicurezza e privacy.
Dopo una prima sperimentazione in 4 regioni (Abruzzo, Marche, Puglia, Liguria), l’app Immuni sarà pienamente operativa e disponibile per tutti i cittadini italiani a partire dal 15 giugno.
Molti punti destano ancora perplessità e necessitano però di un chiarimento:
1 Il download volontario
In Italia, scaricare l’app è totalmente volontario, ma in altri paesi del mondo, gran parte o tutti i cittadini sono obbligati a scaricare ed utilizzare le rispettive app. Che sia stata fatta la scelta giusta?
2 Le modalità di salvataggio dei dati
I dati verranno raccolti dall’app in forma anonima e poi cancellati entro il 31 dicembre 2020, per evitare usi diversi da quello della prevenzione del contagio. Questa data per ora è provvisoria, bisognerà valutare l’andamento dei contagi durante l’anno. Un punto che rimarrà aperto ancora per molti mesi.
3 La lista dei dispositivi con i quali si è entrati in contatto è accessibile?
Come dicevamo, il sistema è estremamente rispettoso della privacy e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere. Gli smartphone che vengono a contatto di si scambiano codici generati in maniera casuale e che cambiano svariate volte ogni ora. Di conseguenza, i dati sensibili delle persone con cui si è venuti a contatto non sono in alcun modo accessibili. Starà alle prossime settimane dimostrare se questo meccanismo è sufficiente.
4 Compatibilità con tutti i dispositivi
Nei migliaia di commenti lasciati nel Play Store di Google è emerso che molti dispositivi, soprattutto Huawei (tra i dispositivi citati dagli utenti si segnalano i vari P30 Lite, P10 Lite, P9 Lite, P8 Lite, P10, P Smart 2017, P Smart 2019 e altri ancora), non sono in grado di utilizzare l’app per via di restrizioni imposte dalla casa madre cinese. Per quanto riguarda iOS invece, per poter installare Immuni su iPhone, occorre aggiornare alla versione 13.5 o 13.5.1, tagliando fuori i vecchi iPhone 6 e precedenti. Certamente un problema da non sottovalutare e che ci auguriamo che venga risolto al più presto.
EDIT 15/06/2020
Attiva da oggi in tutta Italia l’app Immuni!
Nello specifico l’applicazione può installata da questi device (inclusi Huawei e Honor con i Google Services):
iOS: iPhone con iOS versione 13.5 o superiore. I modelli di iPhone che supportano iOS 13.5 sono iPhone 11, 11 Pro, 11 Pro Max, Xr, Xs, Xs Max, X, SE (seconda generazione), 8, 8 Plus, 7, 7 Plus, 6s, 6s Plus, SE (prima generazione)
Android: smartphone con Bluetooth Low Energy, Android versione 6 (Marshmallow, API 23) o superiore e Google Play Services versione 20.18.13 o superiore (tutti e tre i requisiti sono necessari per usare Immuni).
SITO Ufficiale IMMUNI —-> QUI
Applicazione IMMUNI su ANDROID —> QUI
Applicazione IMMUNI su iOS —> QUI
Che impatto avrà Immuni sulle nostre abitudini?
Ammesso che diventi realmente scaricabile da tutti i dispositivi e utilizzata in modo sempre più diffuso, Immuni può diventare un ottimo strumento per contrastare una diffusione incontrollata del virus. Se a febbraio eravamo impreparati, oggi possiamo dire che anche la tecnologia può avere un ruolo importante di sensibilizzazione e senso civico contro il Covid-19. É importante però fare tutti la nostra parte, questo è certo.
Immuni non avrà nessun impatto negativo, anzi, se sfruttata nel migliore dei modi, potrà costituire un valido alleato per tornare presto ad una normalità più consapevole e serena.