Oggi tutti sono online: dal nonno smart al nipotino screenager, ognuno usa il web in modo diverso.

Per i nativi digitali, è facile: ci sono cresciuti insieme, quindi lo capiscono meglio.

Ma come dimostra una recente ricerca Nielsen, sempre più persone adulte scelgono di passare al lato “connesso” della forza.

E cosa fanno quando cadono nella rete?

Stando ai numeri, cercano di aumentare la loro autostima.

A guidarli non è la funzionalità ma, in fin dei conti, il sentimento.

Magari si sono iscritti per tenere sott’occhio i figli, poi hanno preso a cercare gli ex compagni di scuola e, senza accorgersene, sono stati conquistati dal fascino della notifica: un colpo di fulmine. E come in ogni innamoramento che si rispetti, c’è sempre tanta leggerezza.

Accecati da un amore incondizionato, sono stati contagiati dall’idea che tutto ciò che trovano nel web sia come loro: innocente, puro, genuino. Peccato che non sia così, e tra un post nostalgico ed uno indignato, lo scopriranno anche loro. Hanno solo bisogno di tempo, perché questa storia è iniziata da poco.

I Millennials, invece, conoscono meglio le potenzialità e le insidie dell’oceano del web, e navigano a vista: lo sfruttano principalmente per condividere la propria opinione, più o meno su tutto. Grandi frequentatori di blog e follower di influencer di ogni natura, realizzano la loro social-rivalsa a colpi di hashtag, ma in modo più consapevole rispetto a mamma e papà: si documentano, si interessano dell’originalità delle fonti e della completezza delle informazioni ed apprezzano l’idea di interagire direttamente con i brand che seguono.

Finalmente anche loro hanno trovato il loro spazio nel mondo.

E il futuro?

I giovanissimi non si accontentano dei contenuti che trovano online, vogliono crearne sempre di più ed esserne parte. Per loro reale e virtuale si fondono per unico, nobile, obiettivo: la visibilità! Li aspetta un futuro iper-connesso, dove Virtual Reality, 3D ed Internet of Things saranno le loro tecno-comodità quotidiane, rapide e multimediali e, a quanto pare, sono già pronti ad approfittarne.

In conclusione, il rapporto con i social rileva i gap generazionali in modo più inclemente delle zampe di gallina, dei primi capelli bianchi o di un irresistibile cantiere lungo la strada.

Se così non fosse, pagine come La Piaga dei Cinquantenni sul Web o Il proliferare delle immagini di merda sulle bacheche dei quarantenni non esisterebbero neanche.

Ogni generazione ha i suoi stili di vita, i suoi valori, le sue esperienze e aspettative, come sempre, ma oggi il confronto si è spostato su pc, tablet e smartphone e si combatte a suon di condivisioni.

Per comunicare nel modo più efficace e diretto possibile, non è più possibile ignorarlo.